Venerdì, 06 Novembre 2020 18:09

Danimarca abbatte 17 milioni di visoni: a causa di una mutazione del Covid-19

Scritto da Kim redy

La Danimarca sta abbattendo milioni di visoni allevati nel suo territorio - la popolazione complessiva è di 17 milioni - a causa di una mutazione del Covid-19 già trasmessa a 12 persone, che minaccia l'efficacia di un futuro vaccino per l'uomo. Lo ha annunciato la premier Mette Frederiksen.

Provvedimenti di questo tipo erano già stati adottati nel sud dell'Olanda lo scorso giugno: in seguito ai contagi, le autorità avevano disposto l'abbattimento di 1.500 visoni.

In Danimarca il problema si era già presentato a ottobre, quando in un rapporto, citato dal quotidiano "Information", si affermava che una forma particolarmente aggressiva di coronavirus stava circolando negli allevamenti di visoni.Casi confermati nel nord della Danimarca - La misura però non è stata sufficiente: il 4 novembre il primo ministro danese Mette Frederiksen ha dichiarato che almeno 12 persone, che vivono nelle regioni settentrionali del Paese, sono state infettate da una mutazione del virus trasmessa dai visoni. Il ministro per la salute Magnus Heunicke ha aggiunto che circa metà delle 700 persone contagiate dal covid in quella zona della Danimarca, sono in qualche modo collegate agli allevamenti di questi animali. Ad oggi, si riscontrano contagi tra i visoni in 207 allevamenti, dato in forte crescita rispetto al mese scorso.Una risorsa per il Paese - La Danimarca è uno dei principali esportatori di pelliccia di visone, ogni anno vengono prodotti circa 17 milioni di questi accessori. Da sola la Kopenhagen Fur provvede a soddisfare il 40% della richiesta mondiale, particolarmente forte in Cina e Hong Kong. Secondo le stime del governo, che ha promesso di risarcire gli allevatori, l'abbattimento di 15 milioni di esemplari avrà un impatto di circa 5 miliardi di corone (671 milioni di euro).

Per l’Ente Nazionale Protezione Animali si tratta di un vero e proprio sterminio che dovrebbe far riflettere tutti gli Stati europei sulla necessità di dire stop agli allevamenti di animali da pellicce. Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ha lanciato un appello al Governo e al Parlamento "affinché stabiliscano la chiusura per sempre di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, ancora attivi in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo, prevedendo il recupero e la riabilitazione degli animali".

Secondo Comparotto questi allevamenti possono ricordare i cosiddetti ‘mercati umidi’ cinesi, come quello di Whuan, dove si è verificato il primo contagio da animale selvatico a uomo. "In questi stabilimenti gli animali vivono spesso in pessime condizioni igieniche e lo stress che subiscono dalla nascita all’uccisione è altissimo, costretti come sono a subire un’angusta cattività in scenari d’inferno. Un motivo di più per riflettere sulla necessità di chiudere tutti questi stabilimenti".