Un intreccio fatto alla buona senza tanta cura e ne speranza, purché forte e non si sciolga alla prima onda, non importa se il nodo non è perfetto, che regga a tante bufere e quando si allenta si potrà rifare il fiocco.
Stretto il tempo necessario, che tenga almeno fin quando qualcuno i sensi te li sconvolge, e non faccia male ma che affondi nei sentimenti, affinché si possa sciogliere senza troppo attorcigliare e ti lasci libero di agire, che vada oltre chi non vuole legami e si sbroglia in un colpo solo.
Un abbraccio da lasciare il segno sul petto, sulle mani, per non dimenticare le cose vissute a mille, quelle andate in malora, i baci e le carezze concesse a più non posso.
Fisso come il tatuaggio di un’ancora che ti permette di soffermarti ma di sollevarla e riprendere il largo a vele spiegate, per non accontentarsi e mai e fare un raffronto tra ciò che pensi tutti i giorni con quello che accetti ma non ti soddisfa.
Una matassa di cui non vuoi mai trovare il filo, dove vorresti perderti senza capire, senza molti raggiri con tante idee inconfessabili che faccia uscire la forma di ciò che desideri per lasciaci l’orma.
Per gridarlo al mondo che è lei l’unica che vuoi anche solo per una notte, che è la sola con cui vorresti fare un meraviglioso assolo e raggomitolare tutte le passioni in un colore solo per spargerle senza dolore e con orgoglio, un nuovo canto che vuoi ascoltare senza porti tante domande e mai fermarti, fin dove c’è energia fin dove lei lascia la scia.