Stampa questa pagina
Giovedì, 14 Gennaio 2021 17:23

Dieci secondi II Parte

Scritto da Marco Battista

Incontro con il fantastico a cura di Marco Battista.

 

Una volta a casa mi accascio sul letto e mi arrendo a un sonno agitato. Mi sveglio che è quasi sera. Ho la testa che mi scoppia e mi preparo un caffè doppio. Cerco il cellulare, non ricordo dove l’ho lasciato, ma in quel momento la suoneria mi rimbomba nella testa. Rispondo ancora mezzo frastornato. È lei, e la sua voce mi coglie di sorpresa.

- Ciao, Angelo. So che sei tornato e volevo sapere come stai. 

Io resto in silenzio, senza idee né pensieri.

- Volevo tanto parlarti oggi, ma poi sei sparito... 

Cerco confusamente di riordinare le idee.

- Immagino cosa avevi da dirmi. 

La interrompo infastidito, ma forse sono più ferito che infastidito.

- No, non credo che tu lo sappia. 

Replica decisa. Forse ho sbagliato a trattarla così, ma qualcosa dentro di me reclama vendetta.

- Perché hai chiamato? 

Le chiedo.

- Vorrei vederti, ho bisogno di dirti una cosa importante. 

So che tutte le volte che ha avuto bisogno di me, è stato solo per via di Sandro e manco a dirlo sono sempre pronto ad ascoltarla, ma adesso le cose sono cambiate e non sono più disposto a sostenere la parte del confidente, e nemmeno quella del cretino. Faccio appello all’ultimo brandello di orgoglio che mi resta.

- Mi dispiace, non posso.

Sto per chiudere, ma lei mi anticipa.

- Allora d’accordo, ti aspetto fra un’ora al nostro posto. 

Non mi lascia nemmeno il tempo di replicare che la telefonata si interrompe. Provo a richiamarla ma il suo cellulare è irraggiungibile. La odio, odio la sua prepotenza, la sicurezza che ostenta nell’intuire i miei desideri e i miei timori, ma la verità è che mi conosce come nessun’altra.

Il locale è un po’ fuori dal centro, arrivo e la cerco ma mi vede prima lei.

- Sapevo che saresti venuto. - Ostenta una sicurezza che mi irrita.

- Com’è andato lo stage? -

Mi scopro a perdermi nel suo sorriso, ma rispondo seccamente: - Bene. -

- E come stai? - Meglio, adesso che sei con me, penso fra me, ma subito riprende.

- Lo sai che prima che arrivassi, il barista ci ha provato con me? - Cinguetta con quel sorrisetto da monella che detesto.

Vorrei dirle quanto la odio, invece ci ritroviamo a parlare come se non ci fossimo mai lasciati.

- Allora, cos’è che devi dirmi di tanto importante? - Mi racconta per filo e per segno il suo rapporto tormentato con Sandro, e già sento i tormenti della gelosia.

- Sei proprio sicuro di voler ascoltare il resto? Hai una faccia... -

- Certo che voglio ascoltarti, sono il tuo migliore amico, no? - Francesca sorride scuotendo la testa.

- Il mio migliore amico?! Non proprio. -

Ribadisce con un filo di voce.

- Che vuoi dire? - biascico le parole. Francesca mi fissa in silenzio per dieci maledetti secondi.

- Quello che ho detto. -

- Mi spieghi che è successo? Ti ho fatto qualcosa? Riguarda Sandro, non è vero? -

- Non è successo niente però hai ragione, è di lui che volevo parlarti. - Ecco, sapevo che c’entrava lui. Sempre lui. Mi sento come se qualcuno mi succhiasse via le forze. Sapevo che alla fine sarebbe successo, sentivo che sarebbe riuscita a conquistarlo. Francesca conquisterebbe chiunque.

- Va bene, ho capito. Non aggiungere altro. Hai deciso di vedermi per dirmi che vi siete messi insieme, giusto? - Francesca mi guarda con un’aria risentita.

- E ti stupisce? -

Non ce la faccio più a sostenere la parte di chi resta a guardare, sento il sangue schizzarmi alla testa e le parole mi escono da sole.

- Certo che mi stupisce, sono io che ti sono stato accanto quando stavi male per lui, io sono stato sveglio fino a tardi a parlare con te al telefono e sempre io ti ho asciugato le lacrime mentre tu morivi dietro a quell’opportunista. -

- E quindi? Se ti pesava tanto ascoltarmi, potevi anche dirmelo. -

- Non mi pesava, ma mi aspettavo che ti accorgessi di me, invece sembrava che avessi interesse solo per lui. -

- E di che mi rimproveri? Tu non mi hai mai detto cosa senti per me. Almeno lui ha avuto il coraggio di dirmelo. -

- Be’, te lo dico adesso. Io ti amo, Francesca. Anche se ormai è troppo tardi. - Improvvisamente l’espressione di Francesca si addolcisce. - E comunque so di non poter competere con lui. Sandro è aitante, divertente, ha sempre la battuta pronta, e poi è... -

- ... È stupido come una gallina, ha la testa vuota e pensa che tutte le ragazze impazziscano per lui. -

- E non è così? - replico. Le sue affermazioni mi confondono, ma lei fa scivolare una mano sulla mia.

- Per le altre ragazze forse, ma non per me. Io voglio al mio fianco un ragazzo vero. - amo i ragazzi veri come te. Anzi no, scusa, non i ragazzi come te. Io amo te, Angelo. -

- Scusa... ripeti quello che hai detto... - biascico le parole col cuore che mi scoppia nel petto.

- Sto dicendo che ti amo anch’io, Angelo. -

- Ma perché non me l’hai mai detto? Non hai fatto altro che parlarmi di Sandro, di quanto fosse bello e di quanto ti piacesse. -

- Sciocco. Io amo te, ti ho sempre amato. -

- Ma...perché? -

- Perché tu sei così vero, unico, timido, impacciato. Amo tutto di te e non ti cambierei per niente e nessuno al mondo, tanto meno con Sandro, che ha i bicipiti al posto del cervello. - Per tutto il tempo che rimaniamo a parlare, non mi lascia le mani neanche per un istante.

- E adesso che c’è? - Mi chiede preoccupata.

- Ma tu sei proprio certa di amarmi? L’hai detto anche tu che Sandro è divertente, gli piace scherzare, parlare, mentre io... -

- Certo che sono sicura, scemo. Sandro avrà anche la battuta sempre pronta, ma ricordati che lui parla molto ma ha poco da dire, mentre parli poco ma comunichi moltissimo. -

- Ma che dici... se me ne sto sempre per fatti miei. -

- Non tutti sono capaci di comprendere i silenzi. -

- Comprendere i silenzi? - ripeto come un deficiente.

- Sì, forse non sei un chiacchierone, ma i tuoi sguardi, il tuo modo di parlare dolcemente, rivelano più delle parole. Mi sono innamorata di te perché tu sei l’unico che mi sia rimasto vicino quando ne avevo bisogno, l’unico che ha saputo ascoltarmi e che ha avuto sempre una buona parola per me. Ma poi te ne sei andato per fare quello stage. -

- Ma perché non me l’hai mai detto? Avrei rinunciato volentieri allo stage. -

- Ma non capisci? È proprio per questo che mi sono tenuta tutto dentro, avrei condizionato le tue scelte. Chi ti ama davvero fa di tutto per aiutarti a realizzare i sogni, non cerca di farteli naufragare. Devi essere sempre libero di scegliere il meglio per te. -

- Il meglio per me sei tu, Francesca. - Lei mi sorride, si sporge in avanti e incolla le sue labbra alle mie, dissolvendo in un istante tutte le mie insicurezze. Le gambe tremano, il respiro diventa affannoso, il cervello va in tilt. Francesca mi travolge di emozioni, come una barca in balia del vento, ma ora l’unica cosa che conta è condurla dritta dritta nel mio cuore.

 

 

 

 

FINE

 

Articoli correlati (da tag)