Mercoledì, 07 Ottobre 2020 17:07

Una storia straordinaria, Diego Galdino: "Roma per me, insieme all'amore è la cosa più grande di tutte".

Scritto da Nefer

Diego Galdino (classe 1971) vive a Roma e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme, per aprire il suo bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città.

Soprannominato dagli amici del locale il Cinderella della letteratura. Autore di successo internazionale, è tradotto nei paesi di lingua spagnola, in Polonia, Bulgaria, nei paesi di lingua tedesca, e in Serbia. Ha esordito con Il primo caffè del mattino, di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici in Germania, Mi arrivi come un sogno, Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi, Ti vedo per la prima volta, L'ultimo caffè della sera, tutti pubblicati con Sperling & Kupfer, mentre Bosco bianco, è stato auto pubblicato per una scelta di cuore. È inoltre testimonial del Consorzio per il caffè espresso italiano tradizionale.   Con Una storia straordinaria l'autore fa il suo ingresso nel catalogo Leggereditore.  

Come nasce Una storia straordinaria?

Questa storia è nata una mattina d'estate durante una passeggiata al Giardino degli aranci sull'Aventino con le mie figlie.  Seduto su una panchina ho chiuso gli occhi per qualche secondo, chiedendomi cosa avrei fatto se improvvisamente mi fosse stata tolta per sempre la possibilità di guardare le persone che amo, Roma, i film. Ho proiettato il dopo nella vita di Luca il protagonista della storia. Ho capito che avevo scritto una storia straordinaria, quando la Leggereditore dopo aver letto il libro ha deciso di lasciare il titolo invariato.   

È stato difficile descrivere i due protagonisti?

Come ha trovato l'ispirazione per affrontare queste tematiche complesse?  Non è stato difficile, ma difficilissimo. Io cerco sempre di creare con la fantasia degli intrecci narrativi che possano sembrare tratti da una storia vera. Quindi affrontare due tematiche così serie come la cecità e un'aggressione fisica subita da una donna si è rivelato un compito arduo e allo stesso tempo stimolante. Per quanto riguarda Luca ho affrontato il suo percorso  dalla luce al buio perenne in prima persona proiettando su di me i suoi stati d'animo, la sua voglia di non arrendersi ad un destino infame. Per Silvia ho ragionato da padre di due figlie a cui non posso stare sempre vicino per proteggerle. Ho unito i loro caratteri completamente diversi  rendendola una donna che avrei tanto voluto aiutare. Nel mio piccolo l'ho fatto come autore mettendo sulla sua strada un uomo come Luca capace di farle capire che bisogna sempre continuare ad avere fede nell'amore. Perché l'amore rende qualsiasi vita meravigliosa.  

Roma è ancora  una volta protagonista di un suo romanzo come mai?

Io a Roma ce so nato è come chiedere perché ami tua madre... Ce l'hai nel sangue. Ubi major minor cessat... E Roma per me, insieme all'amore è la cosa più grande di tutte.  

Qual è la sua parte preferita del romanzo?  Questa...  

Tenerla nuda tra le sue braccia era come se fosse stato un sogno che cullava da bambino. E ora che ce l’aveva lì, completamente nuda appoggiata a lui, non sapeva che fare, non sapeva dove mettere le mani nel senso letterale del termine. Come qualcuno che passeggiando in un bosco si ritrova davanti un unicorno e smette di respirare per paura di farlo scappare via, ma se smetti di respirare per troppo tempo alla fine perdi i sensi e l’unicorno non lo vedi più lo stesso. E lui aveva smesso di respirare da un pezzo. «No, tremo per la paura.» Silvia si tirò su, girando la testa verso di lui. «Paura di cosa? Se hai paura di annegare, non preoccuparti ti salvo io e ti riporto a riva.» Silvia con quella battuta cercò di alleggerirgli l’animo, ma guardando la sua espressione capì di non esserci riuscita. Poi lui le parlò, con sincerità. «Ho paura di fare qualcosa di sbagliato. Di mettere le mani dove non devo.» Lei l’aveva già salvato: altro che riportarlo a riva, Silvia l’aveva riportato in vita. Mai come in quei giorni, come in quel preciso istante la vista gli era sembrata un dettaglio. Finalmente era riuscito a pensare convinto: sti cazzi! La verità era che l’amore era come l’ellenismo ‘Vai per conquistare e vieni conquistato’. E lui ora tutto ciò che diceva, faceva, pensava era a forma di Silvia, per Silvia, sempre Silvia. E avrebbe fatto di tutto per essere un buon fidanzato, anzi no, il migliore. Ma Silvia era già capace di leggergli nella mente e gli diede un suggerimento per dargli un po’ di vantaggio e rendere la sfida più equilibrata, perché si sa che in quanto a sentimenti e probabilmente anche il resto, le donne, per le donne, sono superiori agli uomini. «Sii solo te stesso. Basterà. Intanto, però, le tue mani mettile qui. Sul cuore.» Detto questo Silvia gli prese le mani e se le mise sul seno. Luca ebbe un sussulto, poi le si avvicinò con il viso ai capelli che Silvia aveva tirato su con un mollettone, inspirandone il profumo. Le diede un piccolo bacio sul collo, dietro l’orecchio. «In realtà per il cuore bastava una mano.» Silvia sorrise, piegando la testa verso la bocca di lui. «Io ho il cuore molto grande.» Luca sorrise imbarazzato. «Sai, anche da ragazzo non ero molto sveglio con le donne. Anche allora ero il re delle occasioni perdute. 

   Cosa pensa durante la fase di scrittura dei suoi romanzi? Pensa già a chi li leggerà?

Credo che la cosa fondamentale sia scrivere la verità, senza programmare niente, scrivere senza stare lì a pensare cosa vorrebbero leggere le persone. Scrivere non è pensare è scrivere punto. Purtroppo tante persone leggono senza rendersi conto che l'autore ha scritto quella scena o quelle frasi come fosse un oroscopo..."Tanto un Sagittario che ha sofferto per amore ci sarà di sicuro." Io scrivo semplicemente per raccontare una storia, anzi una favola per adulti...

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Ottobre 2020 17:19