Martedì, 04 Luglio 2023 15:54

22 Luglio. Festa pagana della Grande Madre. Dai culto dei Caprotinia alla figura delle dee Ishtar e Iside.

Scritto da Manuela Prosperi artista

di Manuela Prosperi.

Il mese di Luglio per i pagani è sempre stato legato ad i culti della fertilità. Il florido della Terra, il clima e l'abbondanza l'hanno sempre voluto partecipe di una particolare sacralità dell'uomo, che ha da sempre celebrato della terra, ritmi e stagioni. Venerdì 7 luglio 2023, MAnuela Prosperi ospite in diretta a Bubù Taggh(e)te su www.rtradioterapia.it

A partire dal suo plenilunio, che quest'anno è stato lunedì 3 luglio, Esbath sciamanico del Cervo, si è già cominciato a festeggiare il taglio del fieno e la fertilità della terra.

Il 7 luglio, per i romani era un'importante festa pagana legata alla dea Giunone:i Caprotinia.
Sì festeggiava la salita al cielo di Romolo con il sacrificio di capre sotto dei fichi.
Bellissime schiave si percuotevano il petto con verghe e pugni.

La festa della Grande Madre raggiunge il suo culmine il 22 luglio di ogni anno. Si tratta di una festa ancestrale, forse legata ai movimenti degli astri, e di cui si ha storicità già nel paleolitico, se non in questo preciso giorno, sicuramente durante la stessa Lunazione.
Esempi che abbiamo già citato altrove sono le famose statuette dalle forme tonde femminili, che rappresentano fertilità e fecondità, come la Venere di Laussel risalente al mesolitico, o alcune pitture rupestri nelle grotte.

Nel mondo indoeuropeo, come figure di grandi Dee femminili si annoverano la proto dea Isanna per i Sumeri, e quindi Ishtar per gli Assirobabilonesi.
Associata a Venere, dea dell''amore erotico e della guerra, a Ishar fu dedicata una delle 8 porte di Babilonia. A livello iconografico viene rappresentata con una stella ad 8 punte, modulo che poi seguito viene ripreso anche nell' iconografia della Vergine Maria.

Curiosità :il pianeta Venere ripercorre le sue fasi in 8 anni terrestri,fatto già conosciuto dagli astronomi Sumeri...

Nell'epopea di Gilgamesh, Ishar, dea dell'amore sensuale, si innamora di Tammuz.
Alla morte di questi, per tradizione venne istituito un mese di "Lutto di Tammuz" con digiuno e penitenza.
Questo digiuno, in seguito, influenzerà le comunità islamiche nei loro usi e costumi religiosi.
Ishtar era anche la dea del raccolto, così detta"Argentea", "Donatrice di semi".
Infine aveva la facoltà di donare presagi agli uomini.

Secondo tradizione fu portata in Egitto da Amenofi III e da lì, pian piano, divenne il culto di Iside.

Nella mitologia dell'antico Egitto Iside era, come Ishtar, dea dell'amore e dei presagi ma era anche la dea della maternità.

In un pantheon di 9 dei era tra i più importanti ed era associata alla costellazione della Vergine.

Iside e suo fratello Osiride erano amanti e lei lo salvò per due volte dalla morte. Essi nacquero insieme da Cielo e Terra.
Nel suo simbolismo ella è resurrezione e speranza per tutti.

Nell'iconografia è rappresentata con forma di vacca o come donna dalle ali di uccello, seduta di un trono. Lei, dea di regalità.
In questo contesto, Iside si pone come precursore di Dea Amore, Fertilità, Misticismo, modello che ritroveremo anche in seguito.
Infatti, prima semplicemente denominata Iside, poi diventa Iside Panthea, ovvero "dea di tutte".

Curiosità :Durante l'impero Romano il culto di Iside e quello di Vesta andò fondendosi.
Le sacerdotessa di Iside erano caste, inviolabili e sfilavano nelle processioni vestite di bianco adornate con dei fiori.
Così ci racconta Plutarco che aggiunge "Tra le statue, quelle con le corna sono rappresentazioni della sua luna crescente, mentre quelle vestite di nero in modi occulti e nascosti in cui essa segue Osiride e brama di unirsi a lui".

Il suo velo colorato è simile a quello dei Maya e rappresenta le molteplici forme dello spirito.

I suoi simboli nei riti sono gli stessi della Wicca neopagana.
In questa il 22 luglio si festeggia la Grande Madre intesa come Triplice Dea.
Infine i simboli sono il fallo e la coppa, il Graal e la spada, il fonte sacro e la candela accesa.

Inno ad Iside, risalente al III, IV Secolo a. C. Rinvenuto a Nag Hammadi


"Perché io sono la prima e l'ultima
Io sono la venerata e la disprezzata
Io sono la prostituta e la vergone
Io sono la madre e la figlia
(...)
Io sono la consolazione dei dolori del parto
Io sono la sposa e lo sposo

E fu il mio uomo che nutri'la mia fertilità
Io sono la madre di mio padre
Io sono la sorella di mio marito
Ed egli è il mio figliuolo respinto
Rispettatemi sempre
Poiché io sono la scandalosa
 La magnifica. "

Ultima modifica il Lunedì, 10 Luglio 2023 15:26