Giovedì, 19 Ottobre 2023 14:07

Omicidi di Keddie. Il Dna potrebbe portare novità

Scritto da A.C.

risolvere un omicidio a distanza di 42 anni?

Glenna Sue e i suoi 5 figli si sono trasferiti da un anno a Keddie, lei ha divorziato, lasciando il Cunnectincut per raggiungere il fratello in California. La mattina del 12 aprile 1981, nella cabina 28 del Keddie Resort, dove vivevano, Sheila, 14 anni, torna a casa alle 7 del mattino, dopo aver passato la notte dai vicini a vedere la tv, e in soggiorno trova la madre, il fratello e l’amica del fratello uccisi a colpi di martello.

La mamma, 36 anni, è sdraiata su un fianco vicino al divano del soggiorno, nuda dalla vita in giù, imbavagliata con una bandana blu, sgozzata come John, il figlio di 15 anni, vicino alla porta d'ingresso, ha le mani legate con un nastro medico. Dana, 17 anni, l’amica, è accanto a lui a pancia in giù, strangolata. Le caviglie dei due ragazzi sono legate con un filo elettrico.

Tina, la sorella tredicenne, scompare. Sarà ritrovata morta dopo tre anni, in una contea vicina, con una coperta, una giacca, un paio di jeans e un dispenser di nastro chirurgico vuoto. In casa ci sono anche gli altri 2 fratellini Rick di 10 anni e Greg di 5 e il loro amico Justin, vicino di casa. I rapporti iniziali dicono che dormono non si accorgono dell’omicidio. Loro rimangono incolumi.

Nessuno ode nulla quella notte. Nessun segno di scasso sulla porta, il telefono della cabina è sganciato, le luci sono spente e le tende chiuse. Justin, uno dei tre sopravvissuti al massacro, sotto ipnosi ricorda quella sera e si tenta di fare una ricostruzione: Sue è con due uomini, entrano John e Dana e scoppia una rissa. Tina viene portata via. Si disegnano gli identikit di questi due uomini ma non verranno mai trovati. Due persone sono sospettate, Martin, il padre di Justin, e un suo amico, poi saranno scagionate, oggi sono decedute.

La cabina 28, dove sono avvenuti gli omicidi, viene demolita nel 2004. Un crimine che rimarrà irrisolto, un cold case di cui è ancora ignoto il movente, si ricorderà per la ferocia e resterà solo l’amarezza di un’indagine condotta trascurando prove importanti.

Nell'aprile 2018, l’investigatore dell’ufficio dello sceriffo Mike Gamberg riapre il caso, sulla base di nuove prove: sono le tracce di DNA recuperate da un pezzo di nastro adesivo sulla scena del crimine. Potrebbero condurre a nuovi spiragli per risolvere un omicidio a distanza di 42 anni.