Mercoledì, 13 Dicembre 2023 16:28

Il delitto del trapano a Genova, un mistero rimasto insoluto.

Scritto da Angela Curatolo

Una storia atroce che lascia una scia di suicidi e una morte rimasta un mistero.

Genova. Il delitto del trapano del ‘95 Luigia è Sarda, trasferita a Genova da 20 anni, è infermiera all'Ospedale San Martino. Convive con Mario, magazziniere, hanno due figli. Verso la fine degli anni ottanta, Mario decide di aprire un bar e non avendo i soldi necessari per ristrutturare il locale, chiede agli usurai per 250 milioni di lire e poco dopo muore improvvisamente per un infarto nel febbraio 1990, lasciando a Luigia e i due figli l'arduo compito di ripagare il debito di cui erano all'oscuro fino a quel momento. Minacciata e pressata dagli usurai, Luigia si licenzia da infermiera e inizia a prostituirsi col nome di "Antonella" esercita in un monolocale affittato da un’ex prostituta. Ha un vasto giro di clienti, può pagare l’affitto del monolocale e usurai. Ai figli racconta di fare la badante.

La mattina del 6 settembre 1995, nel proprio nel luogo dove esercita, i carabinieri trovano il cadavere di Luigia in mezzo al sangue, la situazione faceva pensare a cenni di lotta, denti spezzati, 10 ferite e un trapano conficcato in gola. Dall'esame autoptico emerge che sarebbe stata aggreditala la sera precedente e poi morta la mattina.

Il primo tra gli indiziati diventa è il figlio di Luigia, la menava e frequentava gente malavitosa ma viene subito rilasciato.

La padrona del monolocale denuncia un elettricista, anche lui sardo, lavorava alla sua ristrutturazione. Il trapano è suo. L'uomo si sottopone all’esame del DNA per dei graffi sulle braccia, il giorno dopo si butta da un ponte, con in tasca cinque biglietti indirizzati alle autorità e la moglie, dove dice di essere innocente, cosa che sarà confermata dai risultati degli esami una settimana dopo.

Anche la padrona del monolocale si suicida, con un forte quantitativo di barbiturici. L'assassino seriale Donato Bilancia viene sentito e nega questo delitto.

Nel 2004, arriva in Procura a Genova una missiva: "Sono io il mostro del trapano."

Dieci anni dopo il figlio di Luigia, da tempo in cura per problemi psichici si butta dal Ponte Monumentale di Genova.

Nel 2022, dopo un'inchiesta televisiva, la figlia di un'ex prostituta ricorda un primario dell'Ospedale dove lavorava Luigia che nei giorni successivi al delitto era venuto al lavoro pieno di lividi e graffi, sarebbe stato un cliente della donna, da lei ricattato. Il Dna lo ha scagionato.

Il delitto è rimasto irrisolto.