Il rifugio Pischioli, (1135m), Parco Nazionale della Maiella. Però la partenza, no dal belvedere del Balzolo (700 m), Pennapiedimonte CH, ma dalla strada in cemento che porta al serbatoio dell’acquedotto, vicino al parcheggio vetture. Dopo circa 600 metri, ad una curva sulla sinistra, ho abbandonato la strada in cemento e, ho iniziato a camminare su una sterrata, a destra. Con questa sterrata (che in un tratto diventa ripida e si procede su una placca di roccia), in circa 30 minuti, sono arrivato ad un palo, con la segnaletica per il rifugio Pischioli, (850 m), che però non è tale e quale a quella riconosciuta dal CAI. Mi ha incuriosito e fatto riflettere il tempo… 20 minuti, per arrivare al rifugio Pischioli, (circa 300 metri di dislivello). Non è un tempo indicativo preciso, per un medio escursionista, per raggiungerlo a piedi. Poi, sul sentiero, nessun segnavia a vernice di colore bianco - rosso, né su alberi e né su pietre, ma tanti OMETTI realizzati da qualche prudente escursionista.
Il sentiero è godibile, passa nella zona lu ceràscë, il toponimo rispecchia il nome ceraso “ciliegio”. La zona era piena di questi alberi da frutto. C’è una abitazione, ora rudere, con molte incisioni, sicuramente non rupestri, ma sarebbe interessante conoscere la spiegazione dei simboli. L’area è ancora terrazzata, significa che anticamente era coltivata ed adibita a pascolo. Si esce dalla fitta faggeta, su un terrazzo panoramico con una piccola collinetta di sassi. Penso che sono la testimonianza della faticosa vita agricola dei residenti, che bonificavano il terreno per le coltivazioni. Si incrocia il sentiero del parco G1, in località LA CROCE (1055 m). C’è un’altra indicazione … fai da te… su pietra che raggiunge la grotta Fratanallo. Ancora mezz’ora di saliscendi e si arriva al rifugio Pischioli, (1135 m), una costruzione tipica di pietra a secco, all'interno di uno sgrottamento ed in ottima posizione panoramica. La località è nota come “li pischjùlë”, un diminutivo di “pischie”, (sono le rocce alte e appuntite). Il panorama spazia verso alcune vette della Maiella, il lago di Casoli CH e la costa. Arrampicatomi su uno spuntone di roccia, ho visto la Dea Maia dall’alto, mentre veglia il sepolcro del figlio Mercurio, il dio messaggero, ma con un’altra visione e con entusiasmo. Si continua il sentiero per arrivare all’Ara dei Preti, (1250 m), così chiamata perché i monaci benedettini, che alloggiavano nel X secolo all'abbazia di Santa Maria, lungo il corso del torrente Avello, ci coltivavano il grano, che poi portavano alla grotta Fratanallo, (una piccola dipendenza del monastero, utilizzata sia come zona eremitica e sia per il ricovero delle greggi per il pascolo). Ora, la voglia era di proseguire per la GROTTA CAVALIERA, ma devo tornare indietro e fra tante grotte e sentieri pastorali, mi viene in mente la poesia “i pastori, di Gabriele D'Annunzio”. Con malinconia, perché affascinato dal silenzio, dal panorama e dai sentieri pastorali, ho accettato questa decisione, E’ un percorso di meditazione, di ricordi, di tradizioni e di storia. Tempo di percorrenza A/R: 4 ore senza soste Difficoltà: E Distanza: A/R 8 km Dislivello: in salita 550 m