Lunedì, 31 Maggio 2021 09:01

Parabola: Metal e poesia, "non rispettare niente, obbedire solo all'emozione".

Scritto da Angela Curatolo

Dal mix poesia e metal nascono i Parabola, una band che ha molto da dire, nel loro ultimo brano, Difendi: "i giovani nella loro tasca - trovano - una chiave, la soluzione che permetterà loro di tornare a muoversi verso il futuro, verso la vita.

Un brano appena uscito, Difendi, e il video che lo accompagna, diretto dal regista Samuele Dalò, rivelano un nuovo modo di comunicare nella musica, una sperimentazione che va in direzione dell'Anima. Un percorso di analisi sul presente e sul futuro delle nuove generazioni, che si scontra ogni giorno con la realtà della vita quotidiana, composta da innumerevoli salite e strade sconnesse difficili da affrontare. Il sound pop-rock con contaminazioni elettro-trap è l’incontro tra la band milanese composta da Ludovica Trinx (voce e chitarra), Simone Vitellaro (chitarra), Luca Di Benedetto (basso) e il giovane producer F. T. Kings.

Nascono come Reminders nell’estate 2012, dalla collaborazione tra un'amante della poesia e tre ragazzi figli del metal, nella provincia di Milano. Scrivono brani alternative rock/metal dapprima in lingua inglese, successivamente e definitivamente in italiano. A distanza di ben 7 anni dalla loro primordiale unione, si ribattezzano Parabola ed intraprendono un nuovo percorso artistico, in cui teatro e poesia si intrecciano con le atmosfere del metal.

Le tematiche dei brani, perlopiù a sfondo sociale, etico-morale e sentimentale, prendono vita sul palco attraverso una messa in scena studiata nel dettaglio. Brevi momenti dedicati a racconti, poesie ed aforismi sono la tela su cui si tesse lo show.

“Difendi. È l'amara sintesi di tante storie di fallimento nel nostro presente. Racconta di noi, giovani donne e uomini, arresi e delusi dalla realtà che ci circonda, dove la parola ‘sogno’ viene sostituita dalla parola ‘rinuncia’.” - continuano – “Dietro questo testo colmo di parole di rabbia si cela, tuttavia, un messaggio di forza e speranza per i giovani stessi, atto a non smettere mai di credere nei propri sogni e nel futuro.”

 

Simone è il più "vecchio" del trio, "a settembre compirò 27 anni". Ludovica ne ha 26, mentre Luca ne compirà 25 quest'estate. Si conoscono dalle superiori,  attraverso amici in comune, "si andava a suonare tutti insieme nella sala prove del signor Franco, a Paderno Dugnano, dove siamo cresciuti".

Cosa c'è di diverso dalla primordiale formazione a quella dei Parabola oggi?

LUCA: Abbiamo iniziato con la tipica formazione a quattro - voce, chitarra, basso e batteria. Siamo sempre stati noi 3, e si sono susseguiti diversi batteristi. Nell'ultimo anno, con la sperimentazione in studio, abbiamo fatto a meno di questa figura, ma intendiamo reintegrarla per i concerti.

Parabola è un nome che evoca molti simboli, spiritualità, perchè avete scelto questo nome per il vostro gruppo?

LUDOVICA: La parabola è un racconto allegorico che ha una morale. Ci piace pensare che con il linguaggio universale della musica si possano trasmettere messaggi importanti. Vogliamo fare una musica ricca di contenuti.

Perchè passare dai testi in inglese a quelli in italiano?

LUDOVICA: Come diciamo sempre, fare musica è un atto di grande responsabilità. Avere la padronanza completa del linguaggio che si utilizza per esprimersi dà molte più sfumature al testo. La lingua madre mi permette di giocare più liberamente con le immagini e concedermi talvolta qualche licenza, tutto in funzione dell'emozione che si vuole trasmettere.

Quanto metal avete trovato nella poesia? Quanta poesia nel metal?

LUDOVICA: Metal per noi significa non rispettare niente, obbedire solo all'emozione. La stessa cosa è per la poesia, che si può sempre trovare laddove c'è profondità. Le due cose combaciano più di quanto si possa immaginare.

Lo scenario presentato nel video ha un pizzico di visione distopica. Eppure il messaggio del brano è fiducioso e positivo, invita a credere nei propri sogni. Come si conciliano queste due visioni?

LUDOVICA: In realtà, il testo del brano è un vero e proprio sfogo, una richiesta d'aiuto. C'è tanta rabbia, dietro la quale è celato il messaggio di speranza verso i giovani. Il video mostra dei ragazzi pietrificati, quindi rispecchia perfettamente il senso del testo. Si conclude con un lieto fine: i giovani trovano nella loro tasca una chiave, la soluzione che permetterà loro di tornare a muoversi verso il futuro, verso la vita.

Un'esperienza professionale che vi piacerebbe vivere?

LUCA: Per adesso vorremmo solo pubblicare un album e fare un lungo tour italiano. Pensando più in grande, ci piacerebbe collaborare con il nostro idolo Caparezza, e con tanti altri artisti della scena italiana.

La canzone migliore qual è: quella giá composta o quella da comporre domani?

SIMONE: Non esiste una canzone migliore o peggiore, ognuna esprime un'essenza diversa, che va compresa e contestualizzata.

Ultima modifica il Lunedì, 31 Maggio 2021 09:40