Mercoledì, 26 Ottobre 2022 18:09

Le tradizioni della Vigilia di Ognissanti nel mondo e in Abruzzo. - video

Scritto da Manuela Prosperi

di Manuela Prosperi

In occasione della Vigilia di Ognissanti, esiste una tradizione, viva in tutto il mondo, che mi accingo oggi a raccontare: quella cioè, di sfamare l'anima dei defunti che fanno ritorno dall'aldila', con cibi e bevande reali.



Si tratta di una tradizione antichissima e che ha radici in tutto il mondo dal Messico, passando per l'Europa, fino ad arrivare in Cina.

La vigilia di Ognissanti è una festa dal significato antropologico molto profondo.

È il continuo confronto dell'uomo con la concezione della morte, il mistero e il suo profondo significato.

Da sempre l'uomo si è fatto delle domande al riguardo e, da sempre, ha cercato delle risposte.

Nel suo intimo, l'animo umano ha bisogno di credere che i cari perduti stiano bene, siano felici e che lui possa vederli o abbracciarli, anche solo in senso metaforico.

Ecco che nascono queste usanze antiche, popolari, pulsanti e dense di significato.



La vigilia di Ognissanti coincide, in Europa, con un'antichissima festività risalente al VI secolo a. C.il Capodanno Celtico ed è anche il misterioso momento autunnale in cui la natura si sopisce e le bave delle nebbie ne avvolgono di mistero le vette e le case, gli alberi:l'intero Mondo.

È in questo scenario morente che le ombre della natura si confondono con quelle dei defunti, che giungono infine dall'aldila', per farci visita.



E cosa c'è di meglio che far trovare loro i loro cibi preferiti e succulenti, da bere e da mangiare?

Gli Irlandesi, durante il Capodanno Celtico, chiamato "Samhain", lasciavano fuori dagli usci delle loro case pane e ciotole di latte.

Durante la festività di Ognissanti di El dia de Los Muertos, in Messico, si adornano le tombe dei propri cari con fiori, candele, pane, vino e piatti tipici del posto.



Anche in Cina, durante la festa buddista dei defunti di Teng Chieh, si lasciano offerte di riso e altro cibo, acqua e tè dinanzi alla fotografia dei propri cari defunti.

Usanza comune di entrambe le feste è quella di lasciare un posto vuoto in casa, un letto o una seggiola, la notte del ritorno sulla terra di colui che non c'è più.



Ed ora una curiosità.



Queste usanze che legano un capo e l'altro del mondo e che ci sembrano così lontane non lo sono affatto!



Io infatti le ho riscontrate nei racconti di anziani abruzzesi che ho incontrato in questi anni.

Ci sono zone in Abruzzo, precisamente nel Chietino, in cui fino a poco tempo fa, secondo testimonianze, si lasciava nella ricorrenza di Ognissanti il posto vuoto a tavola per il commensale defunto.

Nel paese in cui vivo, poi, a Quadri, in provincia di Chieti, esisteva e per alcuni esiste ancora, un'usanza molto antica.

La sera della vigilia di Ognissanti, si imbandiva la tavola per i defunti della casa che, una volta l'anno, tornavano a farci visita e a salutarci.

Gli anziani, affermavano poi, che le"pietanze"al mattino venivano trovate intatte, in quanto i defunti avevano esclusivamente la capacità di "alitarvi sopra", in quanto "anime incorporali".

Un'esatta teoria, questa, che tra l'altro trova riscontro anche nella festività di El dia de Los Muertos.



A questo punto, dopo un invito tanto accattivante, non rimaneva anche a me infine, di imbandire la mensa ed aspettare i miei ospiti...



Ed un anno, sentite cosa mi è accaduto...



La visita della Vigilia di Ognissanti

Ogni trentuno ottobre a casa c'è una tradizione

Appena arriva l'ora sulle ventitré,

Di imbandire la tavola a perfezione

Per i morti che faranno poi rientre'



Sì perché a loro è lecito

Di farci all'anno una sola apparizione.



La vigilia di ognissanti sono in tanti

Per attraversare il confine e dare perfezione

A tutti noi che infine solo quel giorno siamo pronti

A riceverli nel sonno con ogni devozione.



Quindi su una tavola profumata e bella

I con ogni tipo di solerzia,

Porgo vino,frutta e pane e mortadella

E sul lato come sempre c'è una stella,

Lampeggia accogliente un bel lumino

Che non s'abbia a dire "Vi abbiam cercato invano

Per le strade di questo paesino",

Perché la luce c'è anche se fioca

E potete venire a darci anche un bacino.



Tra queste ed altre fantasie

Ci andiamo  coricare un poco stanchi...

Ma a mezzanotte sento delle vocierie

Arrivare dal piano sottostante...



Allora con un po' di animo e timore,

Già dalla tromba delle scale,

Intuisco che sono i morti a fare quel rumore

Sono i morti di questa casa a non mi faranno male!

Attenta allor mi faccio alla visione

Ulp!C'è la nonna, la mamma e sua sorella

Che discutono animatamente

Si a chi tocca il pane o la mortadella!

La mamma ha una mannaia in mano...

Ma non c'è affatto da aver paura

La poverina faceva la macellaia

E questa era il suo strumento e la sua cura...



Poi tra un grande bisbigliare

Lei prese per mano le altre due

(Senza dubbio era una donna di cipiglio .. )

E le portò camminando a due a due

Su in cima al letto di suo figlio

Per dargli la carezza che agognava da un tempo,

Sulla sua testa fu un fumo lieve di amaranto

E così pensava la mamma d'altro canto

Di lenir le sue pene per altri giorni cento.



Poi fu un traffico e un trambusto

Di loro ricordi e di quella nottata bella

Beh!Io ci provai gusto

A stare lì come una sentinella!



Ma tutt'a un tratto si sentì un odore di cannella

E sfumo'in un colpo come per magia

Quelle tre donnine fatte un po' di fumo

Che nel cuore aevano ancora di vita fantasia!



E tornai nel letto mogia mogia

Che così le cose allora stanno,

E dalla finestra le sentii sussurrare

"Arrivederci ancora al prossim anno!"



Manuela Prosperi Autrice

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