I primi abitanti di Ortona, furono, secondo alcune fonti, i frentani, popoli italici che abitavano la zona costiera delle terre oggi facenti parte dell’Abruzzo. Dopo gli italici fu conquistata dai Romani, come si può vedere dai reperti qui trovati e dalla planimetria della rete viaria.
Dopo la caduta di Roma, essa fu un dominio bizantino e città chiave per lo scontro tra bizantini e longobardi, oltreché punto di cesura tra queste due civiltà!
Intorno all’anno mille venne annessa al Regno di Napoli; agli inizi del 1400 essa venne fortificata con mura costruite da Giacomo Caldora, signore di Ortona. Fu invasa, nella prima metà del XV dai veneziani che, anche se infliggendo gravi danni, non riuscirono a penetrare all’interno della città, e probabilmente risale a questo periodo la fondazione del castello aragonese, che, oggi restaurato, fa bella mostra di sé al centro di Ortona!
Divenne anche possedimento di Margherita d’Austria, dando un certo lustro e respiro internazionale a questa città che divenne ancora più importante durante le lotte pre e post unitarie che si scatenarono nel meridione all’indomani di quel fenomeno chiamato Brigantaggio.
Ancora più pesante ed importante fu il ruolo di questa bellissima cittadina marittima durante la Seconda Guerra, poiché dal suo porto partì alla spicciolata il re e lo stato maggiore italiano, dopo aver trascorso una notte al Castello di Crecchio.
Subì pesanti bombardamenti, in quanto attraversata dalla linea Gustav e i suoi abitanti furono costretti a scappare in quanto fu quasi completamente rasa al suolo!
Ortona, come molte città litorali, ha le sue leggende maggiormente legate alla presenza di mostri marini che hanno assaltato il suo porto e le sue navi, ma una in particolare è inquietante e misteriosa!
Si racconta che nelle campagne di Ortona, famosa anche per i vigneti pregiati e per il suo eccellente vino, a cavallo tra la prima e la seconda metà del novecento, un contadino andò a dissodare la sua vigna e mentre la zappava apparve uno strano cranio avente un foro al centro della fronte!
L’uomo spaventato e in preda al panico, essendo molto religioso, pensò che quello era opera del maligno e così chiamò un parroco a benedire quelle terre!
Il prete che aveva una certa cultura archeologica prese tale reperto ed iniziò a studiarlo, successivamente questo reperto finì nelle mani del medico condotto del paese che studiò ancor più approfonditamente la natura di tale oggetto!
Purtroppo la sopraggiunta morte dei protagonisti di questo fatto e la conseguente scomparsa del teschio fanno aggiungere un alone di mistero a tutta la vicenda!
Secondo alcuni questo cranio e quello di un Ciclope, figura mitologica del pantheon greco, che significa: “ Occhio rotondo”.
I Ciclopi sono discendenti da un remota stirpe di giganti aventi la peculiarità di possedere un solo occhio in mezzo alla fronte; altre fonti affermano che essi erano un popolo di uomini enormi dai grandi occhi rotondi!
Essi erano, secondo quando afferma Esiodo, tre ed erano figli di Urano e Gea, quindi delle divinità con magici poteri, padroni dell’arte del ferro, abili costruttori di saette, erano coloro che creavano i fulmini per Zeus!
Successivamente divennero aiutanti di Efesto o Vulcano, che secondo alcune fonti fu marito di Maja, la Grande Madre del mito abruzzese, nonché l’amazzone e la più bella tra le sette Pleiadi, prima divinità a toccare il suolo abruzzese proprio lì ad Ortona!
Secondo lo storico greco Tucidide, esisteva in Sicilia, una popolazione o un clan chiamato “Ciclopi”; secondo altre fonti più recenti si afferma che questo equivoco sulla natura di questi crani monoculari, derivino da alcuni fossili di elefantini nani, aventi la peculiarità di possedere solo un grande foro nasale al centro della fronte!
Altre fonti antiche, insistono invece su una stirpe di uomini giganti, come quelli descritti dalla Bibbia chiamati “Nefilim”, titani alati frutto di unioni tra donne umane e creature divine, una sorta di angeli ibridi, simile a quello raffigurato sulla lunette della porta della Chiesa di San Giovanni in Venere che ricorda vagamente divinità orientali!
Anche i cosiddetti Palladini di Montepallano, artefici di mura megalitiche presenti in loco, erano titani dotati di una forza sovrumana, mito alimentato dal ritrovamento di ossa di femori molto esagerati!
Altre fonti forse più attendibili dicono, che questi ciclopi non sono altro che abili fabbri o artigiani venuti da oriente che avevano la caratteristica di coprirsi un occhio per preservarlo da eventuali schegge ferrose, da qui, forse, il mito dei giganti monoculari, cannibali e che vivevano nel profondo di caverne!!
Giovedì, 23 Ottobre 2025 15:23
I ciclopi di Ortona In evidenza
Scritto da Nicoletta Camilla TravagliniDi Nicoletta Camilla Travaglini
Ortona è una bellissima cittadina del litorale abruzzese, famosa, tra le tante cose, perché ospita i resti di San Tommaso portate qui nella seconda metà del 1200, dall’isola greca di Chio.
Pubblicato in
Storia
Etichettato sotto




