Giovedì, 29 Ottobre 2020 19:01

Halloween, chi ha paura di Jack o' Lantern

Scritto da Angela Curatolo
zucca a lanterna mostruosa simbolo di halloween zucca a lanterna mostruosa simbolo di halloween

Curiosità sulle origini, leggende e tradizioni della festa più Horror dell'anno

Se vuoi vedere una strega la notte di Halloween devi indossare dei vestiti al rovescio e camminare all’indietro.

Halloween deriva dall’irlandese All Hallows’ Eve (forma contratta Hallow E’en), dove Hallow significa “santo” e Eve “vigilia”. In parole povere “vigilia di tutti i Santi” (Ognissanti). Antica festa che ha origine nell’Irlanda dei Celti, coincide con il capodanno celtico detto Samhain anche se alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona - dea dei frutti e dei semi. Lascia molto pensare come le festività del calendario siano cambiate non rispettando più la natura.

Infatti circa 2mila anni fa molti popoli, che oggi rivendicano le origini di questa ricorrenza, festeggiavano tutti il capodanno il 31 ottobre, nella fine dell’estate, Samhain.

La tradizione suggerisce l’origine della festa nel rito celtico.

Le antiche celebrazioni celtiche si svolgevano durante la notte, la gente, con addosso delle maschere mostruose, si riuniva nei boschi e sulle colline, accendeva fuochi e sacrificava animali. Alla fine della cerimonia tornava al villaggio facendosi luce con delle lanterne fatte con cipolle intagliate. I festeggiamenti continuavano nei tre giorni successivi: le persone si mascheravano con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti e lasciavano del cibo sulla soglia di casa per le anime dei defunti perché potessero rifocillarsi e non fare loro scherzi.

Halloween nasce da un antico rito pagano celtico, che affronta le paure ancestrali dell’Uomo, la morte, gli spiriti, attraverso cui cerca di combatterla con l’allegria per la fine del vecchio anno, come succede all’occidente da secoli il 31 dicembre. In questa festa la morte è al centro della celebrazione, la natura accompagna questo periodo dell’anno in cui la vita sfiorisce per rigenerarsi. I Celti credevano che alla vigilia del nuovo anno, il 31 ottobre, venissero richiamati tutti gli spiriti dei defunti che si univano così al mondo dei vivi, dissolvendo momentaneamente le leggi del tempo e dello spazio.

Per i Celti, popolo di pastori, la vita era scandita dai tempi dell’allevamento del bestiame, diversi da quelli del lavoro agricolo. Il loro anno nuovo non iniziava il 1° novembre, quando terminava la stagione “calda” e si riportavano a valle le greggi. Questo passaggio dall’estate all’inverno si celebrava a lungo con vari festeggiamenti. In effetti Samhain è una parola che deriva dal gaelico e significa “summer’s end” cioè fine dell’estate, periodo di riposo.

La festa di Halloween fu tramutata, nell'840, dalla Chiesa sotto papa Gregorio IV, in Ognissanti, e il culto di Samhain nel giorno dedicato ai defunti (2 novembre).

Oggi i bambini usano mascherarsi per ingannare i morti che ritornano sulla Terra, e i dolcetti che chiedono andando di porta in porta servirebbero appunto per ingraziarseli.

Nell’Ottocento molti irlandesi, spinti da una terribile carestia, emigrarono negli Stati Uniti portando con sé diverse tradizioni, fra cui, appunto, le celebrazioni di Samhain che, pian piano, si diffusero anche tra il popolo americano.

I Simboli e la leggenda di Jack o' Lantern

I simboli  di Halloween sono noti e sono entrati nella tradizione con i secoli. L'uso di intagliare zucche mostruose ricorda che prima si intagliavano rape per farne lanterne con cui ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. La rapa veniva usata in Irlanda e Scozia, gli immigrati in Nord America usavano la zucca originaria del posto, che era disponibile in grandi quantità ed era di maggiori dimensioni, facilitando così il lavoro di intaglio.

La tradizione americana di intagliare zucche risale al 1837.

La tradizione conserva la leggenda di "Jack-o'-Lantern", un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack chiese al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché il demonio non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.

Durante la propria vita Jack commise però così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all'Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come un'anima tormentata. All'osservazione che fosse freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all'interno di una rapa intagliata che aveva con sé. Cominciò, così, da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Da allora, nella notte di Halloween, aguzzando bene la vista, potreste vedere una fiammella vagare nell'oscurità alla ricerca della strada di casa: la fiammella di Jack.

Tutto ricorda l’autunno.

Le bucce del granturco e gli spaventapasseri ancor oggi addobbano le case. Nero, viola e arancione sono i colori tradizionali di questa festa.

Luoghi di festeggiamenti e usanze italiani

In Abruzzo, a Serramonacesca in provincia di Pescara c'è una ricorrenza quasi identica ad Halloween, con tanto di zucche intagliate, ma quando i bambini bussano alle porte al "Chi è?" invece di rispondere "Dolcetto o scherzetto?" dicono L'anime de le morte (le anime dei morti).

Ci sono tradizioni diverse in Italia come San Martino con la zucca intagliata i ragazzini chiedono soldi, che diventa "Coccalu di muortu" a Serra San Bruno, in Calabria, a forma teschio e dicono "Mi lu pagati lu coccalu?" ("Me lo pagate il teschio?"). A San Nicandro Garganico recitano la filastrocca "damm l'anma i mort, ca snnò t sfasc la porta" (dammi l'anima dei morti, altrimenti butto giù la porta).

In Friuli e Veneto chiedono soldi con le suche dei morti, la credenza che nella notte dei morti questi potessero uscire dalle tombe, muoversi in processione, irretire i bambini, e infine che gli animali nelle stalle potessero parlare. In Puglia, a Orsara di Puglia, la notte tra l'1 e il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fucacost" (fuoco fianco a fianco): davanti a ogni casa vengono accesi dei falò (in origine di rami secchi di ginestra) per illuminare la strada di casa ai defunti (in genere alle anime del purgatorio) che in quella notte tornerebbe a trovare i viventi. Sulla brace di questi falò, viene cucinata della carne che tutti mangiano in strada assieme ai passanti. Nella giornata del primo di novembre, nella piazza principale, si svolge la tradizionale gara delle zucche decorate (definite le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio).

Massafra, cittadina in provincia di Taranto, gli anziani raccontano che la notte del 31 ottobre l'"aneme du priatorie" (anime del purgatorio) lasciano il cimitero e percorrono in processione le vie del centro storico usando il pollice a mo' di candela e raggiungendo le chiese per celebrare la messa dei morti.

A Nuoro c’è il Su mortu mortu, Sas Animas o Su Peti Cocone (Orosei). È una tradizione antichissima e prevede che i bambini, il primo novembre, si rechino di casa in casa per chiedere di fare del bene per le anime dei morti attraverso richieste di doni usando frasi di rito come "Mi ddas fait is animeddas?" ("mi fa le piccole anime?") o "Carchi cosa pro sas animas" ("qualcosa per le anime). I bambini che bussano alle porte si presentano nel Nuorese come "sos chi toccana" ("quelli che bussano")". In Emilia, in particolare a Reggio Emilia, si festeggia mangiando dolci chiamati favette o ossa dei morti per la protezione dei morti cari, in modo che possano proteggere dalla rigidezza dell'inverno.

A Lucera, Lesina e in tutte le altre città della Daunia (provincia di Foggia), durante le festività di Ognissanti e Tutti i morti si regalano delle calze ripiene di cioccolatini e caramelle ai bambini, che, appese vicino al letto, sono benedette la notte tra l’1 e il 2 novembre dagli spiriti dei familiari morti.

Ultima modifica il Venerdì, 30 Ottobre 2020 16:36