Giovedì, 13 Agosto 2020 16:10

Bertolt Brecht, il ribelle pacifico: "i vinti di oggi sono i vincitori di domani"

Scritto da Angela Curatolo
Bertolt Brecht Bertolt Brecht

Il poeta Bertolt Brecht, è scomparso 64 anni fa (il 14 agosto 1956).

La delicatezza, l’incisività, la denuncia, l’immediatezza erano le caratteristiche più salienti dell’arte di Brecht. I suoi versi viaggiavano tra squarci lirici di “resistenza” e la crudeltà della quotidianità brutalizzata dalla bestialità umana. In modo referenziale eppure elegiaco l’intellettuale ricostruisce il rapporto dialetticamente tragico tra l’uomo e i suoi simili, tra la vita e la morte.

Lo stile di Brecht è molto attuale; gli ideali ai quali inneggia (la pace, la giustizia sociale, l’uguaglianza tra gli uomini, la solidarietà) rimangono obiettivi e valori da perseguire ed insegnare ai giovani “Nessuno o tutti – o tutto o niente. Non si può salvarsi da sé.” (Nessuno o tutti)

“Su in campo, contro i grandi ladri, ora, / e tutti quanti schiantateli e subito. / Vien da loro la tenebra e l’inverno, / per loro è questa valle sempre in pianto.” (Nuovo coro finale dell’Opera da tre soldi).

Chi viene abbattuto, si alzi! / Chi è perduto, combatta! / Chi ha conosciuta la sua condizione, come lo si potrà fermare? / Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani / e il mai diventa: oggi!” (Lode della dialettica).

Leggere Brecht oggi è un po’ come analizzare l’uomo nelle sue pulsioni, da quelle più nobili a quelle più esecrabili; in fin dei conti la lunga evoluzione dell’essere umano si è da sempre accompagnata alla scoperta di un principio semplice e necessario: non può essere concesso tutto a pochi o a uno solo. Brecht serve proprio a questo.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ricorda la sua figura e propone di dedicare maggiore spazio nella scuola italiana ad autori come quello in questione, che si prestano egregiamente all’elaborazione di percorsi pluridisciplinari e alla veicolazione di messaggi umanitari e civili di forte impatto.

La vita di un poeta e drammaturgo, che vinse il premio Lenin per la Pace, inizia al numero 8 del vicoletto Auf dem Rain, ad Augusta, il 10 febbraio 1898. A 15 anni comincia a scrivere le prime poesie, tra cui L'albero in fiamme.

Tra il 1914 e il 1915 scrisse altri componimenti, imbevuti di patriottismo dove esalta il lavoro dei militari tedeschi in Belgio durante la Grande Guerra). Brecht compone e suona con la chitarra nelle scorribande notturne. Già al liceo Brecht mostra un comportamento indipendente, anticonformista, polemico e tendente a primeggiare sui suoi compagni di classe gli stessi con cui scrive musica per le sue poesie e gira per la città.

In un primo momento cresce nel Dadaismo, entra nella cantina delle risate, gruppo di cabaret, dando voce a personaggi "maledetti" che si vendicano di un mondo disumanizzato esprimendo una brutale e selvaggia istintualità, in cui la Natura prevale sulla civiltà, poi passa all'Espressismo per approdare alla conclusione che non c'è l'illusoria speranza in un mondo migliore, non c'è una neo-umanistica fiducia nell'Uomo, e i suoi toni sono sobri e sommessi, a differenza di quelli altisonanti dell'entourage letterario, come Baal.

Tamburi nella notte, L'opera da tre soldi, Ascesa e caduta della città di Mahagonny, Teste tonde e teste quadrate le opere prima dell'esilio, per alto tradimento, del periodo negli States, dove scrive Vita di Galieo e viene interrogato dalla Commissione per attività antiamericane. Tenta la via del cinema ma non va. Si trasferisce in Austria scrive l'Antigone.

 

Negli ultimi anni si dedica soprattutto al teatro e nel 1956 i postumi di un virus lo lasciano in cattive condizioni di salute.

Morì il 14 agosto a causa di un infarto cardiaco. Alla sera, alle sei, perde conoscenza, poco prima di mezzanotte muore .

Fu seppellito senza cerimonie nel Cimitero di Dorotheenstadt in Chausseestrasse, che si scorge dalle finestre della sua abitazione dove viveva da separato in casa con la moglie. Là giace in un angolo adiacente la strada, di fronte alle tombe di Hegel e di Fichte, sotto una pietra dai contorni irregolari, che porta incise soltanto le lettere del suo nome: Bertolt Brecht.