Venerdì, 04 Dicembre 2020 18:37

Abruzzo/Maielletta, l'anello Fonte Tettone, Fonte Centiata, Balcone di Santa Maria

Scritto da Luciano Pellegrini
Luciano Pellegrini Luciano Pellegrini

L’anello è stato realizzato mercoledì 19 agosto, una giornata calda, soleggiata e senza incontrare persone.

Parcheggiata la macchina in località Maielletta, inizio l’escursione da Fonte Tettone (1654 m), seguendo il Sentiero B1, un panoramico e lungo traverso, che arriva al rifugio CAI, Marcello Di Marco (1747 m), con il grande STAZZO in cemento. Lungo il percorso, nella fitta faggeta della Valle Buglione, si distinguono “la liscia di Valle Buglione “… (una macchia bianca come il marmo, un dirupo molto grande), così chiamato per il suo aspetto e, diverse capanne pastorali con i recinti per gli animali, che testimoniano la presenza dei pastori. Dallo Stazzo di Caramanico inizia una carrareccia, che raggiunge Decontra (810 m), una frazione di Caramanico Terme PE, distante nove chilometri. L’ampio panorama ti obbliga a fermarti e osservare a SUD/OVEST, la valle dell’Orfento, (con il visibile sentiero della Rava dell’Avellana), che arriva al Ponte della Pietra, (1000 m) - a NORD il vallone di Santo Spirito con l’eremo - ad EST il mare. Arrivo alla località PIANA GRANDE (1620 m), dove c’è l’indicazione per l’eremo/grotta di san Giovanni (1227 m), ma il mio programma prevede un altro percorso. Mi dirigo verso FONTE CENTIATA (1600 m), dove sgorga un’acqua di sorgente che è la migliore della Maiella e, lungo il sentiero, si possono osservare le scritte su roccia lasciate dai pastori. La Fonte Centiata (da informazioni toponimo di fonte recintata), era abitata da un pastore.

A pochi metri dalla fonte, su un terrazzo ormai non più visibile per l’erba alta, c’è una roccia piatta adattata come tavolo, con le panche sempre di roccia, che oggi offre all’escursionista riposo ed è un posto tranquillo per mangiare il panino e per rilassarsi dalla vita cittadina, ma anche per meditare. È obbligatorio fermarsi ed osservare con attenzione l’Eremo di Santo Spirito, incollato su un’alta parete rocciosa. Da lontano non si capisce come si può raggiungere l’eremo, ma ci si arriva con la macchina. Un esempio della vita pastorale sono le pozze scavate nella roccia, che si incontrano sul sentiero. Riempiti dalla pioggia, servivano ai pastori per bere, anche se non lontano c’era la sorgente. Torno indietro e prendo il sentiero per LA VALLE DELL’AVELLANA, ben curato e in una fitta faggeta. Mi fermo su un aereo terrazzo, (1670 m) conosciuto come, BALCONATA DI SANTA MARIA O BELVEDERE RAVA DELL’AVELLANA. Alla mia destra le pareti di Santa Maria, di San Giovanni e i prati di Piana Grande e di fronte, uno spettacolare affaccio sull’alta Valle dell’Orfento, che precipita per oltre seicento metri sino al PONTE DELLA PIETRA (1000m). E’ un posto magico, in silenzio medito e ammiro tutte le spettacolari vette che coronano la valle: il Monte Focalone (2676 metri), la Mucchia di Caramanico, il Monte Rapina (2027 m), il Monte Blockhaus (2142m), I TRE PORTONI con Cima Pomilio (2656 m), il Monte Rotondo (2658 m), il Monte Pescofalcone (2657 m), i circhi glaciali sulla testata della valle e soprattutto la selvaggia Rava del Diavolo. L’occhio non si stanca di guardare e con attenzione seguito ad affacciarmi sul bordo del precipizio, per immortalare e rapito, da questo spettacolo idilliaco.

Mi sforzo, ma con dispiacere, devo abbandonare questo spazio di libertà. Al ritorno, per accorciare la distanza, cammino su una ripida sommità sino a quota (1800 m), che si affaccia sullo stazzo di Caramanico. La madonnina del Blockhaus (2050 m), non è distante, circa 200 metri di dislivello. Dalla sella, deviando a NORD/EST, scendo sul PRATO DELLA MAIELLETTA ed incrocio il sentiero B1 per arrivare a FONTE TETTONE. Il percorso assicura meditazione per la misticità del luogo, dove è vissuto Pietro Angelerio (o secondo alcuni Angeleri), conosciuto come Fra Pietro da Morrone e venerato come Pietro Celestino. Nato ad Isernia nel 1215, eletto Papa il 29 agosto 1294 con il nome di Celestino V, dopo pochi mesi, il 13 dicembre, rifiutò al pontificato. Orientato alla vita ascetica, Pietro da Morrone si ritirò nel 1239, in una caverna isolata sul Monte Morrone, dove i Monaci Celestini costruirono nell’anno 1300, l’Eremo della Madonna dell'Altare. Nel 1246 dimorò nell’Eremo di Santo Spirito a Maiella. Poi restaurò l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, in Valle Giumentina. Nel 1250, fondò una congregazione di eremiti, I CELESTINI, aggregata nel 1264 nell’ordine benedettino. Fra tutti gli eremi abitati da Pietro di Angeleri, quello di San Giovanni all'Orfento è il più inaccessibile, perché scavato nella roccia sulla aspra valle da cui prende il nome. Il monaco - eremita, in compagnia di alcuni discepoli, vi dimorò ininterrottamente dal 1284 al 1293. Pietro scelse L'eremo di Sant'Onofrio, incassato nella roccia del Monte Morrone, come sistemazione definitiva. Vi si trasferì nel 1923 e vi dimorò per tredici mesi, prima dell'elezione al soglio pontificio nel 1294 e, due mesi e mezzo dopo "la rinuncia".

Il silenzio e la misticità del luogo, stimolano la contemplazione e fanno riflettere.

Dislivello 400 m (+/-) Distanza A/R 10 Km Durata 4 ore S.S. Difficoltà E.

Ultima modifica il Venerdì, 04 Dicembre 2020 18:44