Lunedì, 28 Settembre 2020 16:45

Il valore di un ricordo di Marco Battista

Scritto da Marco Battista

La sola cosa che mi consola è che posso sempre ricordare i momenti belli vissuti insieme.

Sono trascorsi molti anni ma il dolore non si è spento, aggiunto alla rabbia e al senso di colpa che ho dentro. Sono trascorsi molti anni e mi manca ancora l’aria quando ripenso a lei. So cosa vuol dire non vedere più gli occhi di chi ami al mattino o non ricevere più un suo messaggio. So cosa significa non fare più l’amore con lei, e io non riesco e non voglio avere più nessuna. La mia vita senza di lei non è più la stessa, sto male e l’unica cosa che desiderio è di morire anch’io.

Era il 26 marzo e alle sei del pomeriggio il sole era già calato per metà, io me ne stavo tranquillamente al pc quando squilla il cellulare: - Amore, mi faccio un giro in bici, ho bisogno di prendere una boccata d’aria e di sgranchirmi le gambe. Ci sentiamo per cena. - Mi sono rimesso tranquillamente al pc, ma alle 19.22 squilla il telefono di casa. Non rispondo io e l’unica cosa che sento è l’urlo di mia madre. Corro da lei e la vedo piangere, provo a consolarla credendo stesse piangendo la morte del nonno, poi guardo mio padre e vedo la disperazione sul suo volto. Chiedo spiegazioni, la mia voce inizia a tremare. Mio padre mi dice che al telefono era la mamma della mia mia fidanzata e che Patrizia è morta. Il mio cuore si è fermato, poi ho iniziato a piangere e a urlare che non era possibile. Il dolore straziante e la disperazione quando l’ho vista all’obitorio può comprenderlo solo chi ci è passato, quello che invece non capisco è come può a una ragazza sana e allenata di ventuno anni possa fermarsi il cuore così all’improvviso. Sono rimasto accanto a lei senza dormire e senza mangiare per due giorni. Il suo corpo era così freddo, ma io volevo solo che si svegliasse o che qualcuno svegliasse me da quell’incubo. Da quel maledettissimo giorno il buio.

Ho provato angoscia e disperazione, da lì un tunnel nero mi si è aperto davanti, depressione, anoressia... Non vedevo più una luce e solo grazie all’aiuto delle persone che mi amano sono riuscito dal tunnel in cui mi ero perso, ma non c’è giorno che la mia mente non ripensi a lei e a quella maledetta uscita in bici.

Ora, dopo diversi anni, sono diventato padre e marito di una meravigliosa donna, ma non permetterò a nessuno di allontanarmi dal passato, con le sue luci e le sue ombre, per questo Patrizia è e resterà per sempre il mio primo grande amore.

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