Lo scriveva Carl Gustav Jung in Gli archetipi dell'inconscio collettivo. Lo psicanalista aveva conosciuto il paranormale, analizzando i fenomeni della sua cugina medium, condusse analisi ed esperimenti parapsicologici. Era un sensitivo. Diceva di aver avuto diverse premonizioni e una visione nel 1913 che annunciava la rovina dell'Europa (la prima guerra mondiale).
I fenomeni paranormali, secondo Jung, sono segnali dell'inconscio collettivo.
Questa è la sua interpretazione innovativa.
I sogni sono spie dell'inconscio individuale ad esempio. Jung lo sperimentò su se stesso annotando sogni, fantasie e disegnandole anche (immaginazione attiva), in quello che sarebbe diventato il Libro Rosso: non lo pubblicò mai, gli eredi autorizzarono la visione dell'opera solo nel 2001 e la pubblicazione del saggio, di intonazione profetica. Le illustrazioni riprendono la tecnica visionaria di William Blake.
Jung studiò anche la reincarnazione, che interpretava originata dai ricordi dell'inconscio collettivo.