Lunedì, 22 Gennaio 2024 16:52

Teatrosophia di Roma, “La bambola spezzata” di Emilia di Rienzo

Scritto da redna

dal 25 gennaio al Teatrosophia di Roma.

Irma Ciaramella e Alessandra Ferro Con la partecipazione di Gianni De Feo regia Gianni De Feo Aiuto regia Sabrina Pistilli Assistente alla regia Letizia Nicolais costumi Gianni Sapone e Roberto Rinaldi Progettazione scenografia Roberto Rinaldi musiche originali Adriano D’Amico Foto di scena Manuela Giusto Grafica Umberto Cappadocia Produzione Lab 48 srls

Secondo appuntamento del 2024 a Teatrosophia con “La bambola spezzata” di Emilia di Rienzo, per riflettere sulla tragedia dell’Olocausto e imparare dalla storia affinché certe tragedie non si ripetano mai più. Una bambola, ponte tra il passato e il presente, simbolo della memoria, degli orrori e di chi la storia non ha potuto raccontarla; unico legame tra una madre e una figlia "eredi" di un vissuto doloroso che le vedrà irrimediabilmente distanti! In scena Irma Ciaramella, Alessandra Ferro e con la partecipazione di Gianni De Feo che ne cura anche la regia. Una madre abbandona la figlia sin dalla prima infanzia per consacrarsi alla fede nazista. Madre e figlia si ritrovano ora dopo lunghi anni di distacco. Si scrutano, si riconoscono appena, si fiutano, si respingono, sospesi in uno spazio onirico e irreale. La madre, scolpita in un’età indefinibile, bianca come marmo, simile a un rapace pronto all’ attacco, è deturpata dai segni evidenti di una follia delirante, frutto di un agghiacciante addestramento di disumanizzazione. I ricordi riaffiorano da una vecchia valigia dove è custodita una bambola, unica testimone del reale. Il ritmo è serrato e forte, l’atmosfera tagliente. Come in una gabbia, i due personaggi si affrontano in un delirante, appasionato e feroce scontro tra vittima e carnefice. Grottesca e patetica la madre, in preda ad improvvisi attacchi di pianto, chiede, pretende, implora addirittura di essere chiamata : “MAMMA! Passionale e carnale la figlia, oscillante tra lucida consapevolezza e smarrimento emotivo, stordita dal dubbio, rifiuta, incapace di pronunciare quella parola mai più detta e ormai dimenticata. “No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo. Non posso amarti.”

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia