Lunedì, 17 Maggio 2021 15:30

Maiella. L'Anello di Passo Lanciano: da La Valletta allo stazzo di Roccamorice

Scritto da Luciano Pellegrini
Maiella. L'Anello di Passo Lanciano: da La Valletta allo stazzo di Roccamorice foto L.P.

E così, come previsto che, “la speranza è l’ultima a morire”, sono tornato libero, per andare in montagna.

Ho preferito un giorno feriale, perché ho immaginato di incontrare poche persone…invece, non ho incontrato nessuno, solo una volpe. L’anello è interessante per la cultura, la tradizione, l’ambiente, il panorama. Ho iniziato l’escursione da Passo Lanciano-Maielletta (1318 m), Parco Nazionale della Maiella. La giornata purtroppo, afosa, ventosa con alto tasso di umidità. Mi sono incamminato sul sentiero con la segnaletica del parco CP (capanne pastorali), dirigendomi ad ovest. Entro nel bosco di conifere, (significa portatrice di coni, sono le pigne), purtroppo a terra ci sono molti tronchi secchi di pino, ma svettano floridi abeti, fra cui domina L’ABETE BIANCO.

Nell’attraversare un bosco di faggi, ho notato il Maggiociondolo.

È il suo mese, devi per forza fermarti, fotografare, toccare i fiori gialli, quasi una reliquia. (Una leggenda con tre protagonisti - GIOVE, LA DEA MAIA E IL FIGLIO MERCURIO, racconta che, la dea Maia, per salvare il figlio Mercurio, arrivò sul Monte Paleno, [è il cognome di Giove, il padre dei monti]. C’era tanta neve e, la pianta che cercava per medicare le sue ferite, non era ancora fiorita. Mercurio morì poco dopo e, la madre disperata, pianse tanto. Le sue urla di dolore, si udirono per tutta la vallata. Giove, commosso da questa straziante scena, volle ricordare il povero figlio di Maia, con una pianta simbolica, il Maggiociondolo, piccolissimo albero con i fiori gialli a grappolo, che nasce nel mese di maggio sulla Maiella). Sono arrivato ad una radura, località Arcarelli, dove è visibile il COMPLESSO AGRO PASTORALE LA VALLETTA, (1240 m), uno dei più belli, meglio conservati e delimitato da tanti campi terrazzati, il cui terreno serviva per la coltivazione. Ora, il terreno è pieno di felci, rovi, cespugli, che hanno ricoperto anche buona parte delle vecchie mulattiere e dei complessi in pietra, sparsi lungo il percorso. Proseguendo sul sentiero CP, si incontrano altre capanne pastorali, qualcuna danneggiata, e si arriva a quota (1134 m). Qui bisogna fare un cambio di direzione ad angolo retto, verso sud, nella direzione della strada provinciale, SP 22, da Roccamorice a FONTE TETTONE (1650 m). Inizia una bella e fresca carrareccia nel bosco di faggi, ostruita da qualche tronco di albero, ma la dura e impegnativa salita, viene compensata dall’ampio panorama sul Gran Sasso, il Morrone, paesi e valli. Interessante è il villaggio pastorale DI COLLE DELLA CIVITA (1185 m), costruito con le pietre a secco su più livelli, ed appoggiato sulla parete rocciosa del colle. Serviva ai pastori ed agricoltori come ricovero, durante la stagione estiva.

Seguito a camminare, ma la mia attenzione è attratta da un piccolo tronco, alto circa 50 centimetri, diametro di 5 centimetri, conficcato a terra, che sorreggeva un pesante masso. Ho pensato che era opera dei pastori, per evitare che rotolasse a valle su uno stazzo. Incuriosito mi sono avvicinato, ho iniziato a scavare il terriccio che copriva il masso e… era una radice, che aveva trovato la luce fra due massi. Si era sistemato fra loro, simulando un cric. Sul terreno c’è anche un ginepraio di radici, dalle forme a spirale, striscianti come serpenti. Affascinante scoperta. Le ore passano, ma non mi annoio, accompagnato dal canto monotono, ripetitivo, lamentoso… (cucù…cucù…) del CUCULO, con il quale dialogo per ore e gli rispondo con lo stesso verso. Penso che andiamo d’accordo, perché è un volatile eccezionalmente bello, ma anche il più solitario del pianeta, quindi ci facciamo compagnia. Peccato che non si fa mai vedere.

Questa monotonia è stata interrotta, da un gioioso concerto di volatili: il Fringuello, il Pettirosso, la capinera che si distingue per il colore nero della testa e per il suo stridulo graffiante, ma anche il bellissimo Rigogolo con le piume gialle.  Chi non ha mai ascoltato i gorgoglii del melodioso Merlo? Tutti insieme mi hanno voluto salutare, perché dopo tanti mesi, hanno incontrato una persona. Immediatamente ho iniziato con loro un discorso. La capinera mi ha raccontato che hanno studiato, al CONSERVATORIO DEI VOLATILI CINGUETTANTI AMBIENTALISTI e si sono diplomati, con il massimo dei voti. Il cuculo, però, era molto scarso. Aveva imparato solo due note, invece delle sette.

Non parliamo dei diesis e bemolle. Fu bocciato, e tornò nei boschi a cinguettare, con la sua monotonia. Certo, il concerto dei volatili è più appassionante, impossibile ripetere le loro note. Seguitando a parlare con la capinera, mi ha riferito che i volatili sono ben contenti rivedere le persone, la speranza è che rispettino l’ambiente. Però spesso, vedono cosa fanno sui sentieri. Tanta immondizia abbandonata. Per non parlare dei mezzi a motore, che danneggiano il terreno. Profonde ferite che creano il dissesto. Noi soffriamo, perché se l’uomo non capisce che siamo alla crisi climatica, ALL’ECOCIDIO DEL PIANETA, anche noi volatili moriremo. Purtroppo, questa realtà drammatica, travolge tutto il pianeta. Sulle ALPI e gli APPENNINI, si fa a gara per distruggere LA NATURA.

Dai cannoni per la neve artificiale, sistemati anche ad altezze dove non nevica più (1300/1600 metri), anche se devono inventarsi dove prendere l’acqua, alle DOLOMITI UNESCO. Vedi cosa stanno facendo per le olimpiadi. Addirittura una pista da BOB, che verrà usata solo pochi giorni, perché in Italia chi pratica questo sport sono poche persone. Per sopravvivere bisogna saper rinunciare.

Il consumismo conduce all’autodistruzione. Sono rimasto molto pensieroso da queste riflessioni, che sono le mie. Prima di salutarci, ho chiesto se mi facevano rilassare con un concerto di cinguettio… accontentato, ed ho goduto, immedesimandomi nella grazia dei diversi toni. Ho seguitato il cammino, accontentandomi del CUCU…CUCU’ DA ME RIPETUTO! A (1210 m), esco sulla SP 22 Roccamorice FONTE TETTONE, alla località CAPANNA. Percorro circa 2 KM la provinciale, sino ad incontrare sulla sinistra a (1400 m), una sbarra ed una carrareccia, che si percorre, direzione EST, sino ad altezza (1582 m). Uscito dal bosco si arriva a colle REMACINELLI. Raggiungo lo stazzo di Roccamorice, (1507 m). Qui, mi sono riposato sull’erba fresca, ho mangiato il panino ed ho bevuto acqua fresca di sorgente, accompagnato dal frinio delle cicale ed il cri-cri dei grilli. Sono insetti solitari, anche loro…!  Poche decine di metri, e si prende la panoramica, direzione NORD, che scende a Passo Lanciano-Maielletta.

Il fascino di una vita così lontana dal caos delle città, la pace, i colori, il silenzio, il CORO DEI VOLATILI, la musica della foresta, le CAPANNE PASTORALI, il duro lavoro dei pastori e agricoltori, la flora e tutto ciò che ho descritto, mi hanno regalato dopo mesi, questa voglia di impegnarmi ancora, per la natura. 

Distanza 7 km A/R

Tempo 3 ore S.S.

Difficoltà E

Dislivello -470 /+450 m