Mercoledì, 22 Settembre 2021 16:22

Leggenda di Montebello sul Sangro. Tutte le donne furono 'concesse' al nemico per una notte.

Scritto da Nicoletta Camilla Travaglini

di Nicoletta Camilla Travaglini

Castel di Malanoctem. Una leggenda molto cruda sulla fondazione di un bellissimo paesino dell’Abruzzo

Montebello sul Sangro, le cui origini risalgono al XII secolo, nel 1300 fu feudo di Oderisio o Oderigi, successivamente passò nelle mani dei Caldora, poi signore di queste terre divenne Raimondo Annichino. Nel XVIII secolo si trasformò in un possedimento dei Malvezzi Malvini di Bologna.

La fondazione di Montebello è legata a una cruda leggenda impressa nel suo toponimo, Montebello, cioè “Mons Belli”che significa 'Monte della Battaglia', infatti qui si svolse uno scontro che lasciò un profondo segno nella mente e nel cuore dei suoi abitanti. All'epoca dei fatti questo borgo era, come tutti i borghi medioevali, fortificato e protetto da un castello oggi inaccessibile.

Era l’anno del Signore milletrecento, l’imponente rocca si ergeva a picco proprio sulle ribollenti acque del fiume Sangro, una miriade di torce illuminava a giorno la dimora del potente Oderigi, che si preparava a trascorrere un’altra piacevole serata allietata dai musici, dai giocolieri e naturalmente dai velluti e i gioielli delle dame, dalle sfavillanti armature dei cavalieri di corte.

Le lunghe tavole, preparate nel salone da infinità di servi infaticabili, abbondavano di selvaggina e vino, la serata trascorreva tra risa canti, danze, giochi, politica e affari; in questo clamore generale nessuna percepiva la nera ala della morte addensarsi all’orizzonte. Solo alcune tenebrose figure, che vivevano nei sotterranei della rocca forse alchimisti, maghi o semplici veggenti, avvertivano l’imminente fine.

Intanto la vita al castello trascorreva lenta e felice, i giorni scivolavano via con la stessa calma inesorabile con cui il fiume Sangro scorreva nel suo letto. Nel frattempo, quelli che sembravano oscuri presagi cominciavano a diventare tragiche certezze e così la marcia lenta ma inesorabile dell’esercito di un feroce signore confinante, che ammassava truppe lungo i confini del feudo, fece tornare alla cruda realtà di quei tempi bui e cruenti l’atmosfera rilassata e felice di corte.

Il signore del castello, che mai era stato sconfitto prima ed il castello risultava inespugnabile, iniziò preoccuparsi dell’inusuale spiegamento di forze, per questo fece accentuare la sorveglianza del borgo e della rocca si preparò ad affondare l’esercito nemico. L’alba rischiarava il castello quando un’orda di nemici si abbatté sulle sue candide mura, la battaglia fu sanguinosa.

Una pioggia di frecce sibilava nell’aria, un denso fumo e le fiamme avvolgevano il borgo, l’odore del sangue si spandeva nell’aria, resa pesante da denso fumo che si levava ormai anche dalla rocca. Non c’era più speranza di salvezza e così il nobile dovette arrendersi alla cruda realtà ed accettare l’ignominiosa resa con la quale egli dovette concedere al nemico, per una notte, tutte le donne del borgo.

Le urla, i pianti, i gemiti e il rumore metallico delle armature si spandevano nell’aria di un triste imbrunire, mentre si preparava una notte di terrore per gli sconfitti, che solo il nascere di un nuovo e tragico giorno avrebbe posto fine a tutto, come gli spensierati giorni di un passato ormai lontano”.

In ricordo di quella tragica e violenta notte questo feudo fu chiamato Castel di Malanoctem, che in seguito i vincitori tramutarono in Buonanotte; infine, nella seconda metà del Novecento esso divenne Montebello sul Sangro.

Si narra che nelle notti di luna piena si odano dei cavalli al galoppo, rumori metallici di spade, strane urla levarsi dai ruderi anneriti del mastio che sembra illuminato da una luce irreale, proveniente dall’interno della rocca.”

Un'altra leggenda dice che nella notte del 31 ottobre si vedano degli incappucciati attraversare le vie deserte di Malanotte, essi portano delle fiaccole accese e si fermano davanti alla chiesa scomparendovi il volto al suo interno.”