Venerdì, 17 Dicembre 2021 17:07

Yule. La magia del fuoco e della convivialità del solstizio invernale

Scritto da Angela Curatolo

I naturisti celebrano la rinascita del Dio Sole per 12 giorni, quest'anno da martedì 21 dicembre a sabato primo gennaio 2022.

Yule ("Tempo di Yule" o "stagione di Yule") festeggia il solstizio invernale. Affonda le radici nel Yule fest o Yuletide. E' una festa storicamente osservata dai popoli germanici e del Nord Europa. Le celebrazioni originali di Yule potrebbero essere collegate alla Caccia Selvaggia, al dio Odino e al pagano anglosassone Mōdraniht. Successivamente Yule subì una riformulazione cristianizzata, il Christmastide.

Dalla Saga di Haakon il buono, a cui fu attribuito la cristianizzazione della Norvegia, di apprendono alcune usanze per la celebrazione dello Yule nei tempi antichissimi, anteriori all'anno mille. Tutti i contadini si recavano al tempio pagano e portando con sé il cibo da consumare durante la festa.

Tutti dovevano bere birra. Si compivano sacrifici di animali, ogni specie di bestiame, persino cavalli erano permessi, si riponeva il loro sangue in un vaso, e si immergevano in esso rametti sacrificali con cui spalmavano i piedistalli degli idoli, le pareti del tempio, interne e esterne, anche gli uomini presenti. La carne degli animali veniva bollita e servita come cibo al banchetto. I fuochi dovevano essere accesi al centro del pavimento del tempio, i calderoni erano appesi sui fuochi. Il bicchiere sacrificale doveva essere portato intorno al fuoco, colui che aveva organizzato la festa era il capo e aveva il compito di benedire il bicchiere e tutta la carne sacrificale. I brindisi dovevano essere bevuti. Il primo brindisi doveva essere bevuto a Odino "per la vittoria e il potere al re", il secondo agli dei Njörðr e Freyr "per i buoni raccolti e per la pace", e il terzo, un bicchiere doveva essere bevuto al re stesso. Inoltre, si facevano brindisi alla memoria dei parenti defunti. Questi erano chiamati minni .

La storia insegna che si trattava comunque di un periodo di riposo e danze. In Islanda si sacrificava in onore del dio norreno Freyr un maiale e si danzava. Quando i missionari di Papa Gregorio Magno convertirono i popoli germanici vennero introdotti nel Natale i nuovi simboli, ancora vivi nella tradizione, agrifoglio, vischio e persino l'albero, l'abete sempreverde anche nel freddo e buio inverno. Continuò a essere celebrato per tutto il Medioevo, fino all'epoca della Riforma. 

Lo storico francese Michel Rouche riporta che le gilde di artigiani del IX secolo, furono denunciate dal clero cattolico per i loro patti di reciproco sostegno, formulati in banchetti annuali che si tenevano il 26 dicembre, "giorno di festa del dio pagano Jul", in cui venivano evocati demoni e spiriti dei morti.[

Oggi Yule è celebrato in molti Paesi dai seguaci del naturismo e neo paganesimo

Yule, che affondale radici nel naturismo, celebra oggi uno degli otto giorni sacri dell'anno (sabbat), Yule, che per molti significa ruota. E' una festa neo pagana antichissima, precristiana, celtica-germanica, wicca, le cui tracce si perdono nella notte dei tempi. Nella maggior parte delle forme di Wicca è celebrata al solstizio d'inverno come la rinascita del grande dio cacciatore cornuto che è visto come il sole del solstizio appena nato.

Il 21 dicembre, giorno del solstizio invernale, brucia un ceppo di albero di cedro per simboleggiare la luce e si rende omaggio agli alberi con birra e pane. Le wicca, in una veglia notturna, salutano Re Agrifoglio e danno il benvenuto al Re Quercia. Nell'emisfero meridionale, Natale cade nel periodo più caldo dell'anno, 21 giugno, alcuni australiani celebrano, oltre Yule a dicembre, una seconda festa a giugno nota come Yulefest.

Oltre al maiale il cibo tradizionale comprende l'agnello, biscotti e dolci di cumino bagnati in succo di cedro, frutta e noci, zabaione, tea rosso, spezie e cedro. Nel Natale sono presente alcune usanze e tradizioni vissute ancora da alcuni Paesi del nord Europa o USA, come il ceppo che brucia, la capra, il cinghiale, il canto.

Una delle usanze più antiche durante la notte del Natale è quella di bruciare il ceppo di Natale, o ceppo di Yule. In passato un grande ceppo veniva fatto ardere dalla notte del 24 dicembre nel camino e lasciato poi bruciare per le dodici notti successive, fino all’epifania. Le ceneri del tronco non venivano gettate, poiché investite di proprietà magiche e curative, impiegate per fertilizzare i campi per tutto l’anno successivo. Un inno alla luce che tornerà, nei mesi futuri, a prevalere sul buio.

Le diverse culture sono la prova che dicembre è magico, ha la capacità di unire e scaldare i cuori delle persone, di creare ponti tra le Anime. Un abbraccio può diventare la chiave dell'incantesimo.