“Non si tratta di una singola cavità ma di una rete di manufatti realizzati e riadattati nei secoli per scopi diversi (drenaggio/colmata, collettori idrici, cisterne, locali di servizio, percorsi di connessione tra edifici). Le strutture visibili mostrano rivestimenti in conci e volte a botte che, spesso, risalgono a interventi di fine Ottocento-inizio Novecento. Ci sono caratteristiche morfologiche ben precise con gallerie a sezione generalmente a tutto sesto o a volta bassa, con quote variabili rispetto al piano stradale e tratti con acqua residua; alcuni tratti costituiscono veri e propri collettori idrici urbani storici. E’ da vedere! ”. Lo ha dichiarato Michele Iacovelli, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Corato".
Il Comune ha attivato il progetto SMICO – Sistema Museale Integrato di Corato.
A Corato è nato il Progetto “SMICO” (Sistema Museale Integrato Corato), voluto, ideato e realizzato dal Comune per mettere in rete e valorizzare i principali luoghi della cultura cittadina, ovvero il Museo civico, la Necropoli di San Magno – ha concluso Iacovelli - il Dolmen “Chianca dei Paladini”, “Corato sotterranea” e la storica Biblioteca “Matteo Renato Imbriani”. Inoltre SMICO prende corpo con cinque soggetti quali i “Paesaggi e racconti-percorsi di conoscenza e laboratori”, “Vivarch”, “Terrae”, “Archeoclub d’Italia Sede Locale di Corato ”, “Pro Loco Quadratum” e “Amici dei Musei”, i cinque soggetti che hanno dato avvio al progetto “SMICO”, hanno realizzato una rassegna di appuntamenti, attraverso i luoghi di maggior interesse.
Corato è ricca di patrimonio culturale. Il Dolmen dei Paladini, ad esempio è un monumento antichissimo che mostra il legame tra uomo, geologia e archeologia, situato nell’agro di Corato in contrada Colonnella. È un sepolcro megalitico che testimonia il culto dei defunti in età preistorica, scoperto nel 1913 dallo studioso Marco Gervasio. È formato da quattro lastroni in pietra posizionati in verticale e una lastra a copertura posta in orizzontale. Al suo interno fu ritrovato un frammento di vasetto, l’unico reperto che permette di datare il monumento intorno all’età del Bronzo. Le imponenti dimensioni hanno alimentato la fantasia dei contadini che hanno chiamato la costruzione “Chianca dei Paladini”!”.