Martedì, 15 Luglio 2025 17:49

Bari fedele solo a due cose: San Nicola e il crudo

Scritto da Carlo Di Stanislao

cds

Il mare unisce i paesi che separa.
— Alexander Pope

Bari, città di pietra, luce e sale
C’è qualcosa di irriducibile in Bari. Una fedeltà che non vacilla, una sincerità che non si trucca. Questa città non cede alla tentazione di compiacere: ti accoglie solo se accetti il patto del rispetto. In cambio, ti dona due fedi senza compromessi: San Nicola e il crudo. Uno ti veglia. L’altro ti sfida. Entrambi ti trasformano.

Io sono nato a Roseto, in Abruzzo, in una terra dove il mare sfiora le colline, e i contadini si sono fatti pescatori. Famiglie che un tempo aravano, oggi salpano all’alba. Il sale, nella mia storia, è venuto prima del sapere.
Poi sono cresciuto all’Aquila, città d’altura, di silenzi forti e dignità antica. Lì ho vissuto a lungo, ci ho messo radici, ci ho costruito la mia vita.
Ma il mare non ti lascia mai del tutto. E forse per questo, quando sono arrivato a Bari per perfezionarmi in Allergologia, ho sentito qualcosa muoversi, come una memoria genetica.

San Nicola: il Santo che non chiede carta d’identità
Entrare nella Basilica di San Nicola è come varcare una frontiera invisibile. Da fuori sei turista, dentro sei anima. Il santo non chiede documenti, non verifica residenza. Se cerchi qualcosa – pace, senso, protezione – lui ti guarda. E ti risponde.

Da abruzzese, da uomo cresciuto tra montagne e vento, mi sono sentito accolto, compreso, riconosciuto.
Perché tra L’Aquila e Bari passa la via della transumanza, quel lento cammino dei pastori che unisce due mondi apparentemente lontani: il rigore delle alture e la generosità delle pianure.
Io, medico in cammino, ho seguito un’altra transumanza: quella della conoscenza, della formazione, del cuore che cerca. E a Bari ho trovato una tappa fondamentale.

Il crudo: la scossa del mare senza filtri
Poi c’è stato il crudo.
Non un piatto. Un colpo. Una rivelazione.
Mi ci sono imbattuto su un molo, all’alba, come si incontrano i grandi maestri: per caso, ma mai per sbaglio. Gamberi, cozze, ricci, polpo ancora vivo. Niente tovaglie, niente cerimonie. Solo il mare, masticato con coraggio.

Quando l’ho assaggiato, non ho sentito solo il gusto. Ho sentito la verità.
Il crudo non mente. È puro o è pericoloso. E qui, a Bari, è un atto sacro. È il mare che si lascia toccare. Una comunione laica tra chi lo prende e chi lo riceve con gratitudine.

In quel momento, il bambino nato a Roseto, cresciuto a pane e sabbia, ha riconosciuto il sapore di casa. Il medico dell’Aquila ha riconosciuto l’essenziale che cura. E l’uomo che oggi vive a Grottammare ha sentito che i luoghi veri si cercano per tutta la vita.

Due fedi, una sola lezione
San Nicola e il crudo.
Due simboli, due assi cartesiani.
Uno ti radica nello spirito, l’altro nella materia. Ma entrambi ti chiedono una cosa sola: sincerità. A Bari non serve apparire. Serve solo essere. Essere affamati di verità. Essere pronti a inginocchiarsi o a mordere.

Io ci torno ogni volta che posso. A Bari non si va in vacanza: si va in pellegrinaggio.
Il Santo mi ascolta. Il crudo mi interroga.
E io rispondo. Con rispetto. Con fame. Con gratitudine.

Perché Bari mi ha insegnato che la verità non ha bisogno di orpelli.
Che la fede non chiede spiegazioni.
E che l’appartenenza non è un indirizzo: è un istinto.

Sono nato tra contadini diventati pescatori.
Sono cresciuto tra le montagne.
Ora vivo tra le onde di Grottammare.
Ma una parte di me resta sempre lì, tra la cripta di San Nicola e un coltello che taglia il mare appena pescato.

Crudo. Come la fede.
Crudo. Come l’amore vero.
Crudo. Come Bari.