Lo scorso 25 settembre era stato ricoverato all'ospedale Cardarelli di Napoli per una grave infezione polmonare che aveva aggravato un quadro clinico già fragile.
I funerali si terranno domani, giovedì 30 ottobre, alle ore 12.00 nella parrocchia Santa Maria dell'Arco in Piazza Madonna dell'Arco 8 a Miano, nel quartiere napoletano dove l’artista ha vissuto tutta la vita.
La musica italiana e napoletana perde uno dei suoi più grandi innovatori. È morto oggi mercoledì 29 ottobre a Napoli James Senese, sassofonista, cantante e compositore: aveva 80 anni. Padre del Neapolitan Power, trasformò la rabbia e la poesia della sua città natale in suono universale. Si legge su Adnkronos.
Negli anni Sessanta e Settanta Senese fu uno dei protagonisti assoluti del movimento Neapolitan Power, la rivoluzione musicale che fuse radici partenopee e sonorità afroamericane. La sua carriera, lunga e ricca di successi, è costellata da collaborazioni prestigiose: da Gil Evans a Bob Marley, da Ornette Coleman all’Art Ensemble of Chicago, passando per Lester Bowie, Don Moye, Steve Thorton, Roberto De Simone, Pino Daniele (a cui fu legato da un lungo sodalizio), Tullio De Piscopo ed Enzo Avitabile. Nel 1990, sul leggendario palco dell'Apollo Theater di New York, il pubblico americano lo consacrò come 'Brother in Soul', un titolo riservato solo ai veri giganti della musica.
Nato il 6 gennaio 1945 nel quartiere di Miano, Senese, suo padre, soldato afroamericano sbarcato a Salerno nel 1943, e la Napoli popolare e ferita di sua madre, Anna. A sette anni restò folgorato da una copertina del leggendario jazzista John Coltrane.
Era il seme del Neapolitan Power, un movimento che negli anni Settanta e Ottanta darà al mondo una Napoli diversa, internazionale e radicata al tempo stesso. "Campagna", "'A gente 'e Bucciano", "Simme iute e simme venute": canzoni che raccontano braccianti, emigrazione, dignità e fatica. Non liriche da salotto, ma veri manifesti sociali in dialetto. "La nostra musica era politica senza volerlo - spiegava Senese - perché parlava di chi non aveva voce".
"James è stato il nostro Coltrane napoletano - dirà Enzo Avitabile, amico fraterno -. In lui c'era l'anima della città, quella che resiste e che sogna".
"Non ci sono parole. Ciao Maestro James. Riposa in pace. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato! Fai buon viaggio e salutami a Zio Pino". Con queste parole e una foto che li ritrae insieme, Clementino sui social rende omaggio a James Senese.




