Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne, tra le 100 accertate e altre 300 di cui era fortemente sospettata all'epoca per la folle idea che il sangue delle vergini potesse darle la giovinezza eterna.
Sotto tortura, dei testimoni affermarono che un giorno, dopo aver percosso una domestica, alcune gocce di sangue di questa colarono sulla mano della contessa. La Báthory credette, in seguito, che in quel punto specifico della mano la sua pelle fosse ringiovanita. Chiese agli alchimisti delucidazioni. Costoro, pur di compiacerla, si inventarono la leggenda che raccontava di una giovane vergine il cui sangue aveva avuto effetti analoghi sull'epidermide raggrinzita di un aristocratico. La Báthory finì con il convincersi che fare abluzioni nel sangue di giovani vergini (in particolare della sua stessa classe sociale), o berlo quando queste fossero state particolarmente avvenenti, le avrebbe garantito la giovinezza eterna.
Per passare il tempo quando il marito era lontano da casa Erzsébet cominciò a far visite alla contessa Karla, sua zia, e a partecipare alle orge da lei organizzate. Conobbe nello stesso periodo Dorothea Szentes, un'esperta di magia nera che incoraggiò le sue tendenze sadiche. Dorothea, conosciuta come Dorka, e il suo servo Thorko le insegnarono i segreti e le pratiche della stregoneria.
Secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore e più prolifica assassina seriale mai esistita. Tuttavia, gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario.
Alcuni storici, esaminando i registri contabili, sono dell'idea che la Contessa avesse accumulato molte ricchezze amministrando i propri beni e con la scuola per le ragazze di buone maniere e la denunciarono per questi motivi.